Berlusconi ha dichiarato guerra alla democrazia liberale. Questo, e nulla di meno, rappresenta l’insieme di ingiurie che ha vomitato, prima a caldo e poi a freddo, contro la Corte Costituzionale, cioè il supremo arbitro della legalità repubblicana (e contro il presidente Napolitano). Se Obama si permettesse contro la Corte Suprema anche un decimo delle volgarità berlusconiane, l’impeachment scatterebbe dopo cinque minuti, richiesto a gran voce da maggioranza e opposizione e dal coro indignato dei media. La democrazia liberale, infatti, a differenza di quella giacobina, si basa sul “governo limitato”, cioè su un esecutivo che non può mai esondare i limiti della Costituzione, quale che sia il consenso popolare di cui gode. E l’argine contro ogni tentazione dispotica è appunto la Corte Suprema, la Corte Costituzionale, la sua autonomia e superiorità rispetto al governo (continua)
L’attacco Finale di Paolo Flores d’Arcais (Il Fatto Quotidiano n°14 del 9 ottobre 2009)