venerdì 26 ottobre 2012
Comunque la si pensi, Grillo ha vinto
Comunque la si pensi, Grillo ha rivoluzionato pacificamente il modo di fare politica in Italia incentrando la comunicazione e l’organizzazione in rete del suo movimento e raccogliendo, low cost, un notevole consenso.
Nel prossimo test siciliano, il M5S “rischia” seriamente di diventare il primo partito
e, forse, di esprimere pure il presidente, smentendo così
clamorosamente la tesi craxiana dell’ “incomprimibile costo della
politica” che di fatto legittimava il finanziamento illecito dei
partiti. Il costo della politica è quindi comprimibile e, come direbbe
Grillo, poiché la politica si è ridotta ai soldi (continua)
mercoledì 24 ottobre 2012
Mafie, i padroni della crisi Perché i boss non fanno crac
I capitali mafiosi stanno traendo
profitto dalla crisi economica europea e, più in generale, dalla crisi
economica dell'Occidente, per infiltrare in maniera capillare
l'economia legale. Eppure i capitali mafiosi non sono solo l'effetto
della crisi globale, ma anche e soprattutto la causa, perché presenti
nei flussi economici sin dalle origini di questa crisi. Nel dicembre
2009, il responsabile dell'Ufficio Droga e Crimine dell'Onu, Antonio
Maria Costa, rivelò di avere le prove che i guadagni delle
organizzazioni criminali fossero l'unico capitale d'investimento
liquido che alcune banche avevano avuto a disposizione durante la crisi
del 2008 per evitare il collasso (continua)
Roberto Saviano (La Repubblica - 27 agosto 2012)
Il Crepaccio invisibile
È accaduto già una volta nella storia
italiana che il sistema democratico si sia puramente e semplicemente
suicidato. L’avvento al potere di Mussolini non fu infatti il risultato
della forza militare delle camicie nere bensì, appunto, degli errori e
delle incapacità di tutti gli altri attori politici. Oggi stiamo di
nuovo scherzando col fuoco, poiché la riforma della legge elettorale
che si va preparando rischia di spianare la strada a un secondo caso di
suicidio della democrazia nel nostro Paese, o a qualcosa di molto
simile (continua)
Bersani di lotta o di governo?
Pier Luigi Bersani ha dato una lunga intervista a Repubblica per dire che il governo dei tecnici è “una parentesi” da chiudere e per candidarsi alla guida del prossimo governo.
Data la complessità degli argomenti, ne citiamo i passaggi chiave con
traduzione in italiano corrente per i lettori meno scafati.
“Qualunque
ragionamento sul prossimo futuro deve partire dal presupposto che non
vengano abolite le elezioni, magari su suggerimento di Moody’s. Se in
Italia passasse l’idea che la politica non è in grado di tirarci fuori
dalla crisi, noi ci porremmo automaticamente al margine delle democrazie
del mondo”.
Non posso essere più esplicito, ma il vero pericolo non è tanto l’antipolitica quanto la voglia di commissariamento della democrazia che pervade non posso dire chi (continua)
Non posso essere più esplicito, ma il vero pericolo non è tanto l’antipolitica quanto la voglia di commissariamento della democrazia che pervade non posso dire chi (continua)
Giorgio Meletti (Il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2012)
mercoledì 17 ottobre 2012
Il non voto è comunque un voto ed oggi, più che antipolitica, è una delega in bianco alla “vera casta” che governa il paese.
Indipendentemente
da
quelli che sono gli orientamenti politici e le disillusioni che
possiamo provare, rimango convinto che non è opportuno nè tantomeno
saggio non
esercitare oggi il proprio diritto di voto ...... (continua)
Se poi i partiti o movimenti venissero finalmente vissuti per quello che sono, ovvero strumenti della politica, anche il voto di protesta potrebbe essere veramente libero e convogliato in qualsiasi direzione funzionale alle necessità del momento.
Ogni scelta resta legittima e non necessita sempre di coerenza o, peggio, di fedeltà assoluta a un teorico credo “storicizzato”; il consenso non può rimanere supinamente riposto in chi ostenta programmi teoricamente in linea con il nostro credo, ma che pratica politiche manifestamente lontane.
Infine, per quanto ovvio, è evidente che, se l'opposizione è la funzione politica principe nel controllo del governo di turno, l'astensionismo non conferisce ad alcuno deleghe finalizzate a tale scopo.
Se poi i partiti o movimenti venissero finalmente vissuti per quello che sono, ovvero strumenti della politica, anche il voto di protesta potrebbe essere veramente libero e convogliato in qualsiasi direzione funzionale alle necessità del momento.
Ogni scelta resta legittima e non necessita sempre di coerenza o, peggio, di fedeltà assoluta a un teorico credo “storicizzato”; il consenso non può rimanere supinamente riposto in chi ostenta programmi teoricamente in linea con il nostro credo, ma che pratica politiche manifestamente lontane.
Infine, per quanto ovvio, è evidente che, se l'opposizione è la funzione politica principe nel controllo del governo di turno, l'astensionismo non conferisce ad alcuno deleghe finalizzate a tale scopo.
essec/2012
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