Sembra andare in voga un sistema che consente agli enti di rappresentare i propri bilanci con risicati deficit ovvero con miracolistici risultati di pareggio o peggio ancora con utili che producono dividendi agli azionisti (società pubbliche a capitale misto). Sempre più frequentemente capita, infatti, di trovarsi a contestare contravvenzioni, sanzioni ovvero presunti mancati pagamenti che, se al cittadino comune comportano perdite di tempo in ricerche, istanze, lunghe code e contraddittori agli sportelli, all’ente consentono intanto di iscrivere fra i "creditori" morosità talvolta virtuali d’improbabile incasso. Può anche capitare che l’esiguità delle sanzioni a confronto con l’impegno da intraprendere, spesso vincolato ad istanze, gravate da bolli e diritti vari nel caso di pubblica amministrazione, inducano il cittadino a soccombere suo malgrado alla vessazione, che rappresenta, nel caso, un “pizzo” utile al “risanamento del bilancio consolidato nazionale”.
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