giovedì 28 febbraio 2008
domenica 24 febbraio 2008
Scritti sempreverdi
Ci avvertiamo innanzitutto come un’enorme comunità di produttori i cui membri cercano incessantemente di defraudarsi reciprocamente dei frutti del lavoro comune, non necessariamente tramite la forza, ma alla fin fine tramite la complicità delle leggi.
Da questo punto di vista, è fondamentale comprendere che i mezzi di produzione – in altri termini l’intera capacità produttiva necessaria sia alla produzione dei beni di consumo sia alla produzione di tutto il resto – possono in virtù della legge essere, e solitamente lo sono, proprietà privata di determinati individui.
Per semplicità, nella discussione seguente chiamerò “lavoratori” tutti coloro che sono esclusi dalla proprietà dei mezzi di produzione, anche se ciò non è affatto l’uso comune di tale termine. Il proprietario dei mezzi di produzione è nella posizione di comprare la forza lavoro del lavoratore. Utilizzando i mezzi di produzione, il lavoratore produce nuovi beni che passano nella proprietà del capitalista. Il punto essenziale di questo processo è la relazione tra ciò che il lavoratore produce e ciò che gli viene pagato – sia l’uno sia l’altro misurati in termini di valore reale.
Per quanto il contratto di lavoro possa essere “libero”, ciò che il lavoratore riceve è determinato non dal valore reale dei beni che ha prodotto, ma, da un lato, dai propri bisogni minimali, dall’altro, dalla richiesta di forza lavoro da parte dei capitalisti in relazione al numero di lavoratori in concorrenza per l’impiego. È’ fondamentale comprendere che, anche in teoria, la paga del lavoratore non è determinato dal valore del suo lavoro.
Il capitale privato tende ad essere concentrato in poche mani, in parte a causa della competizione tra i capitalisti, in parte perché lo sviluppo tecnologico e la crescente divisione del lavoro spingono alla formazione di più grandi unità produttive a spese di quelle più piccole. Il risultato di tali dinamiche consiste in un’oligarchia del capitale privato, il cui enorme potere non può ragionevolmente essere controllato nemmeno da una società organizzata politicamente in forma democratica. Questo è vero finché i membri del potere legislativo sono selezionati da partiti politici in larga misura finanziati o comunque influenzati dai capitalisti privati che, per motivi di praticità, separano l’elettorato dalla legislatura. Di conseguenza, i rappresentanti del popolo, di fatto, non proteggono sufficientemente gli interessi dei settori popolari soggiogati dai privilegi dei pochi. Inoltre, nelle attuali condizioni è inevitabile che i capitalisti privati controllino, direttamente o indirettamente, le principali forme della comunicazione (stampa, radio, educazione…). Davvero è estremamente difficile, anzi nella maggior parte dei casi del tutto impossibile, per il singolo cittadino raggiungere conclusioni valide e far uso con intelligenza dei suoi diritti politici.
La situazione in un’economia fondata sulla proprietà privata del capitale e così normalmente caratterizzatala due fattori basilari:
1. i mezzi di produzione (capitale) sono posseduti in forma privata ed i detentori ne dispongono a loro arbitrio;
2. il contratto di lavoro è libero.
Ovviamente non esiste una società capitalistica pura. In particolare, va osservato che i lavoratori, tramite lunghe e dolorose lotte, sono giunti a conquistare per certe categorie di lavoratori una forma in qualche modo migliorata del “libero contratto di lavoro”.
Nel complesso, però, l’economia odierna non differisce molto dal capitalismo “puro”. La produzione è diretta in base al profitto, non in base alla sua utilità. Non c’è alcuna garanzia che tutti quelli abili e disponibili a lavorare saranno sempre in grado di trovare un impiego; la norma è anzi quella che vede un numeroso esercito di disoccupati. Il lavoratore vive costantemente con addosso la paura di perdere il lavoro.
Quando lavoratori disoccupati e malpagati non riescono più a garantire un mercato in grado di dare profitti, la produzione dei beni di consumo diminuisce con la conseguenza di un’enorme miseria generale.
Il progresso tecnologico pressoché sempre sfocia in un aumento della disoccupazione, invece che in un alleggerimento del carico di lavoro per tutti.
L’obiettivo del profitto, insieme con la competizione tra i capitalisti, è la responsabile dell’instabilità nell’accumulazione e nell’utilizzazione del capitale la quale conduce ad una dura e crescente depressione. La sfrenata competizione comporta un enorme spreco di forze produttive ed a quel deperimento della coscienza sociale che ho menzionato in precedenza. Considero questo mancato sviluppo degli individui il male peggiore del capitalismo.
Il nostro intero sistema educativo soffre di questo male. Viene inculcata nello studente un’esagerata predisposizione alla competizione, che è addestrato nel culto del successo economico come preparazione per la sua vita futura. Sono convinto che esista una sola strada per eliminare questi gravi mali, vale a dire l’affermazione di un’economia socialista accompagnato da un sistema educativo orientato a fini sociali.
In una tale economia i mezzi di produzione sono posseduti dalla collettività e da essa utilizzati in modo pianificato.
Un’economia pianificata che regoli la produzione in base ai bisogni della comunità distribuirebbe il lavoro necessario tra tutti quelli abili al lavoro e garantirebbe i mezzi di sussistenza ad ogni uomo, donna e bambino.
L’educazione dell’individuo, oltre a favorire lo sviluppo del sue innate capacità, tenderebbe a sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i propri simili al posto della esaltazione del potere politico ed economico presente nella nostra attuale società. Va tuttavia ricordato che un’economia pianificata non è ancora il socialismo.
Un’economia pianificata in quanto tale può essere congiunta al completo asservimento dell’individuo.
Il raggiungimento del socialismo comporta la soluzione di alcuni problemi sociali e politici molto difficili: come impedire, data la necessità della centralizzazione, alla burocrazia di divenire onnipotente e prepotente?
Come proteggere i diritti dell’individuo ed in più assicurare un contrappeso democratico al potere della burocrazia?
Chiarire questi problemi del socialismo è di fondamentale importanza nella nostra epoca di transizione”
Tratto da: Perché il Socialismo? (A.Einstein) - www.portadimassa.net
martedì 19 febbraio 2008
Scritti sempreverdi
chi ama l'amore e i sogni di gloria
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno
Chi ama la zia chi va a Porta Pia
chi trova scontato, chi come ha trovato
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano
chi fa il contadino, chi spazza i cortili
chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
chi legge la mano, chi regna sovrano
chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
chi gli manca la casa, chi vive da solo
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
chi vive in Calabria, chi vive d'amore
chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta
chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
Chi è assicurato, chi è stato multato
chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia
chi è morto di invidia o di gelosia
chi ha torto o ragione,chi è Napoleone
chi grida "al ladro!", chi ha l'antifurto
chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
chi reagisce d'istinto, chi ha perso, chi ha vinto
chi mangia una volta,chi vuole l'aumento
chi cambia la barca felice e contento
chi come ha trovato,chi tutto sommato
chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato, chi odia i terroni
chi canta Prévert, chi copia Baglioni
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
chi è morto d'invidia o di gelosia
chi legge la mano, chi vende amuleti
chi scrive poesie, chi tira le reti
chi mangia patate, chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh..
(Ma il ciel è sempre più blu di Rino Gaetano)
domenica 17 febbraio 2008
Corsi e ricorsi?
In un famoso film-documento Deaglio e Cremagnani la chiamarono la "grande centrifuga": il misterioso "buco nero" che si sarebbe mangiato oltre un milione di schede bianche trasformandole in voti per Forza Italia.
Una centrifuga che avrebbe dato vita a un risultato che gli esperti definirono "incredibile" se non impossibile.
Nel 2001, infatti, le schede bianche totali furono 1 milione e 692mila (4,2%); nel 2006 sono scese a 445 mila.
Non solo, alle politiche del 2001, ogni regione aveva una sua percentuale "caratteristica" di "bianche": oscillante dal 2 all'8 per cento. Nel 2006 no: la percentuale, oltre a scendere ai minimi (1,1%), si appiattì e diventò praticamente la stessa in tutte le regioni. Come se gli italiani della Campania si fossero messi d'accordo con quelli del Piemonte o della Liguria.
Cosa succederà nella prossima tornata elettorale? … Anche alla luce degli altrettanto famosi brogli denunciati da Leoluca Orlando in occasione delle ultime regionali siciliane.
martedì 12 febbraio 2008
Acqua minerale.
Cameriere: - Acqua minerale?
Uomo: Naturale
- (scrive) Acqua naturale
Uomo: - Ho detto minerale
Cameriere: - No, veramente mi scusi, ma lei ha detto naturale
Uomo: - Intendevo naturale acqua minerale, non le sembra naturale che io beva acqua minerale?
Cameriere: - Certamente, certamente mi scusi, no perchè io credevo che il naturale si riferisse all’acqua!
Uomo: - No! Si riferiva al minerale, vuole che un tipo come me beva acqua naturale? io bevo acqua minerale.
Cameriere: - Naturale
Cameriere: - Guardi ho capito eh! io ho scritto minerale
Uomo: - No, no lei ha scritto naturale, ho sentito con le mie orecchie.
Cameriere: - No guardi io ho detto naturale è vero, ma ho scritto minerale
Uomo: - Perchè ha detto naturale se scriveva minerale scusi....
Cameriere: - Perchè riconoscevo più che naturale che una persona come lei beva acqua minerale e non acqua naturale.
Donna: - Ma per favore mi fate girar la testa...
Uomo: - No, no, scusa cara permetti, io voglio andare in fondo a questa faccenda, perchè nessuno deve prendermi in giro. E se io avessi voluto acqua naturale e lei avesse scritto naturale, avrebbe detto minerale?
Cameriere: - Che c’entra, naturale nel suo caso significava minerale, mentre minerale in nessun caso può significare naturale.
Uomo: - Perchè l’acqua minerale secondo lei non è naturale?
Cameriere: - No, no c’è acqua minerale naturale e acqua minerale artificiale, che però non è il nostro caso, perchè da noi l’acqua è tutta naturale.
Uomo: - L’acqua minerale!
Cameriere: - L’acqua minerale naturale è naturale.
Uomo: - E l’acqua naturale?
Cameriere: - L’acqua naturale è sempre e soltanto naturale, cioè non esiste acqua naturale artificiale che io sappia.
Uomo: - Chi lo sa, oggigiorno non c’è da fidarsi nemmeno dell’acqua naturale.
Donna: - Io poi vorrei sapere come fa a dire naturale mentre scrive minerale.
Cameriere: - E’ una questione di abitudine signora, vede in un locale come il nostro, è tanta l’abitudine di sentirsi ordinare acqua minerale, che la mano scrive automaticamente la parola.
Uomo: - Naturale
Cameriere: - No, la parola minerale
Uomo: - Ho capito, ho capito, dico che è naturale che scriva minerale, anche se dice naturale, ma mi dica, se io voglio acqua naturale lei scrive naturale?
Cameriere: - Naturale
Uomo: - Se io voglio acqua minerale lei scrive minerale
Cameriere: - Naturale
Uomo: - Ma insomma lei scrive sempre naturale?
Cameriere: - Ma no, no, naturale che volevo dire che scrivo minerale.
Uomo: - Allora, lei scrive sempre minerale, sia che dica minerale sia che dica naturale, e dice sempre naturale sia che scriva naturale sia che scriva minerale
Cameriere: - Senta guardi, io non lo so, ... io ci penserò e glielo scriverò va bene!....... Anche per la signora acqua minerale?
Donna: - Naturale
Cameriere: - Acqua minerale!
Donna: - Ho detto naturale
Cameriere: - Ahi! Mi scusi signora, io credevo che intendesse come il signore, naturale acqua minerale.
Donna: - Ma niente affatto, questo vostro primo naturale è di troppo, perchè in questo caso avrei detto naturale, naturale.
Cameriere: - Come ha detto scusi?
Donna: - E già, perchè lei non ha detto naturale ma minerale, quindi il mio naturale non confermava ma rettificava, mentre nel caso del signore non rettificava ma confermava; insomma nel caso del signore indicava una qualità dell’acqua diversa da quella da lei indicata.
Cameriere: - Ma cara signora, come potevo immaginare che il suo naturale era diverso da quello del signore.
Donna: - Attenendosi alla lettera, naturale significa naturale e basta.
Cameriere: - Appunto, può significare tanto acqua naturale, quanto acqua minerale.
Donna: - Ma per niente affatto, il mio naturale significa soltanto acqua naturale. E non naturale acqua minerale. E non insista, altrimenti reclamo con il proprietario e la faccio licenziare.
Cameriere: - Eh! Ma signora la prego, ho famiglia io sa! Ho anche un figlio...
Uomo: - Legittimo?
Cameriere: - Naturale
Uomo: - E non può legittimarlo?
Cameriere: - Scusi ma perchè dovrei legittimarlo se è già legittimo!
Uomo: - Ha detto che è naturale
Cameriere: - No invece è legittimo, no perchè scusi non le sembra naturale che io abbia un figlio legittimo?
Uomo: - Certo, certo, è naturale.
Cameriere: - Ma le dico che è legittimo!
Uomo: - Ho capito, del resto non mi vorrà dire che un figlio legittimo è innaturale. Anch’esso è in normale prodotto della natura, una creatura come tutte le altre, insomma non è contro natura.
Cameriere: - Senta guardi comunque mio figlio è legittimo, va bene? E non mi piace che si dica che è naturale
Uomo: - E’ naturale!
Cameriere: - Ma vede che vuole provocarmi, scusi le dico che è legittimo!
Uomo: - Ho capito!
Cameriere: - Ma allora perchè dice che è naturale?
Uomo: - Perchè è naturale che non lo si dica naturale se è legittimo, eh! La capisco sa? Anch’io ho un figlio.
Cameriere: - Legittimo?
Uomo: - Naturale
Cameriere: - Oh! E allora anche lei pretenderà che lo si dica legittimo e non naturale
Uomo: - Ma se le dico che è naturale
Cameriere: - Mi scusi, mi scusi, ma io credevo che intendesse come me, naturale è legittimo.
Uomo: - Purtroppo no, intendevo è naturale non è legittimo, ma il mio più grande desiderio è di legittimarlo.
Cameriere: - E’ legittimo!
Uomo: - No è naturale.
Cameriere: - Ho capito! Dico che è legittimo il suo desiderio di legittimarlo è legittimo e naturale.
Uomo: - Se è naturale non è legittimo, se è legittimo non è naturale
Cameriere: - Chi?
Uomo: - Il figlio, non può essere nello stesso tempo legittimo e naturale.
Cameriere: - Ma no, io intendevo il desiderio che può essere contemporaneamente legittimo e naturale, ma non solo è naturale che sia legittimo, ma è legittimo che sia naturale.
Uomo: - Ma mio figlio è soltanto naturale per la crudeltà di una legge antiquata e per la malvagità di una donna che mi ha rovinato l’esistenza.... e impedisce la legittimazione per pura cattiveria avendo la legge dalla sua e servendosene come strumento di male, sapeste, sapeste quante ve ne sono che si servono della legge per ricattare, per commettere azioni infami..... poveri innocenti ragazzi.... povero figlio mio!
Cameriere: - E beve acqua minerale?
Uomo: - Chi?
Cameriere: - Suo figlio!
Uomo: - Naturale
Cameriere: - E’ naturale che beva acqua minerale? O beve o beve acqua naturale o è naturale perchè non è legittimo?
Uomo: - Come?
Cameriere: - Voglio dire, suo figlio è naturale e beve acqua minerale, è legittimo e beve acqua naturale, o è legittimo e beve acqua minerale?
Uomo: - No! No! Mio figlio è minerale e beve acqua legittima!
sabato 2 febbraio 2008
Dedicato a ........
si spande nell'aria,
si insinua pian piano
avvolgendo anche te.
Il puzzo che domina
ti nausea assai,
ma fai finta di nulla
sperando che cessi.
Però l'odore
è continuo
e tu solo
lo noti.
Nessun dubbio
ti assale,
non ti poni domande
e non provi a chiedere,
neanche
a te stesso:
"E' d'intorno
uno stronzo
o son io
che lo sono?"
da Sole Nero (Ediz. L'AUTORE FIRENZE LIBRI - 1994)