sabato 22 gennaio 2011

La fede comportava divinità da venerare più in celebrazioni pubbliche che nell'intimo della coscienza.


Da parte loro, i briganti trovavano nell'aperta complicità del clero una legittimazione nobilitante. La loro ingenua religiosità, fatta di credenze ataviche, mentalità e riti ereditati da secoli, accolse festosamente l'ambita protezione spirituale. Nelle tasche delle loro giacche non mancavano mai ritratti sacri e santini vari, prove sicure di una viscerale fede popolare. Come accade ai mafiosi di oggi - che passano con disinvoltura dal kalashnikov all'ostia consacrata, alternando omicidi e preghiere (continua)

Giordano Bruno Guerri (da "Il sangue del sud - Antistoria del risorgimento e del brigantaggio" - 2010 - Mondadori)

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