lunedì 22 febbraio 2010

Giovani d'oggi

FRAMMENTI PEDAGOGICI


Una classe di scuola elementare.

Tutti i banchi, quattordici, sono vuoti, tranne uno: su questo sta riposando un furetto, dorme con la testa buttata tra le pagine di un libro, un sussidiario cardiociclico gnometrico.
Alle pareti disegni, cartelloni, incroci stradali, attimi di vuota consapevolezza.
Alla cattedra è seduta la Maestra: sta compilando il registro di classe.
Fuma voracemente: accende una sigaretta con il mozzicone dell'altra. Tossisce, impreca, ulula, viviseziona una rana.
Alla lavagna, su cui sono scritte frasi oscene e irripetibili (continua)

Le Formiche Elettriche


Carnevale di Regalbuto 2010: "Da noi il protagonista sei tu"

Uno dei motivi che induce ad aprire un blog


"Finalmente ho un blog. Ci ho pensato un bel po' prima di aprirlo, ma navigando in rete ho visto che ce ne sono diversi di molto interessanti e ho concluso che anche io ho voglia di buttarmi nella mischia. Il mio scopo è quello di mettere in linea ogni giorno una mia foto. Tutte le foto sono pubblicate il giorno stesso in cui sono realizzate. Sono momenti della mia giornata in corso che condivido quasi in tempo reale. Oltre a questo ci sarà anche una piccola notizia. A volte sarà simpatica, giocosa, a volte tratterrà di cultura e a volte di sport (mi sono ripromessa di non scrivere di politica). Dipenderà dall’umore. E visto che mi piace la musica aggiungerò anche il titolo e autore della canzone che durante la giornata ho ascoltato più volentieri. Sono Angela e vivo in Trentino. In casa con me ci sono anche Massimo (il mio compagno), Irvin (mio figlio) e Crimilde (il cane di casa). In questa mia nuova avventura starà sempre al mio fianco la mia amica Nikon D70s.
"

Angela (only1photo)

Club DOC

Dolcetto e gorgonzola

Per gli uomini è diverso. Con l'età guadagnano punti. Più diventano vecchi e più migliorano. Come il dolcetto. Noi donne invece siamo più come il gorgonzola. Più diventiamo vecchie e più diventiamo grasse. Quel bel grasso stagionato che cola. E ci vengono anche le vene varicose blu cobalto. Tali e quali alle muffe della gorgo. È come il crollo di una diga. Da un momento all'altro. Cric cric... un leggero avvertimento e poi sbarabaquak... Il disastro. Io un giorno sì e uno no mi farei a pezzettini e mi infilerei nel bidoncino dell'umido. Chissà che riciclandomi insieme alle pelli del salame cotto e ai gusci di noce non ne esca qualcosa di buono. Dovrei provare a potarmi, come si fa coi gerani. Via il naso, via le orecchie, via anche il mento. Tanto con la primavera e i primi tiepidi mi rispunta tutto. Anche più fresco. La mia amica Marcella ha fatto la «befanoplastica». Beh, si trattava di un caso disperato. Era una befana proprio fatta e finita. Non riusciva più a sollevare le palpebre tanto era il peso della pelle in esubero. Era come se dormisse sempre. Con due origami di cartacrespa appoggiati sugli occhi. Adesso è un'altra cosa. Non riesce quasi più a chiuderli. Ha un'espressione stupita ventiquattr'ore al giorno, come se avesse visto un dinosauro comprare la pizza bianca in panetteria. Di notte dorme con l'occhio socchiuso da guardia giurata. E per lei viene giorno sempre un po' prima. Ma è abituata. Ha più silicone (continua)

Luciana Littizzetto (Sola come un gambo di sedano - 2001 - Mondadori)

"Muori Troia"

Come far sparire i nostri file


Nel mondo reale, sparire non è così difficile. Per lo meno se «Chi l’ha visto?» non si mette di mezzo. Ma cancellare tutte le tracce della nostra vita digitale diventa sempre più complicato. Tra computer, telefonini, email, social network, forum e blog far piazza pulita del mosaico di bit è un’impresa.
Quando si parla di dati memorizzati su pc, una pulizia accurata è possibile. L’importante è seguire qualche avvertenza. Non basta buttare i file nel cestino e svuotarlo. Diversi casi di cronaca recente (da Parmalat al giallo di Garlasco) hanno dimostrato che è possibile ricostruire i contenuti rimossi dal disco fisso. «Quando si svuota il cestino sul pc, i documenti non sono davvero cancellati – spiega Paolo Salin, manager di Kroll Ontrack, azienda leader nel recupero di file danneggiati - Restano accessibili finché non sono sovrascritti». Esistono programmi, anche gratuiti, che permettono il recupero di questi dati. E neppure un intervento più radicale, come la formattazione del sistema, ci mette del tutto al riparo da sorprese (continua)

Paolo Ottolina (Corriere della sera - 20 febbraio 2010)

Miopia

LA FUGA


E’ notte. Trinire di grilli, stormire di fronde. Una grande finestra aperta si staglia nel centro della scena. Giulio e Teresa tengono tra le mani un lenzuolo arrotolato. Si guardano intorno circospetti.

GIULIO Senti ancora qualche rumore?

TERESA Mi pare di sì.

GIULIO L’ora non è ancora giunta.

TERESA Sarà bene attendere ancora un poco.

GIULIO Dunque... dicevamo cinquemila al maître. E cinquemila al cameriere di tavola che è molto gentile.

TERESA Molto gentile, ma le pretende. Ieri ha trovato modo di farci sapere, senza darsene l’aria, quando è il suo giorno di libertà. Evidentemente, perché ci regoliamo in caso di partenza.

GIULIO E come aveva saputo? (continua)

Achille Campanile

Spazi elettorali - Cartelloni carnevaleschi

Berlusconi-Letta-Bertolaso: così "la politica del fare" ha umiliato la legge. Dall'alto è stato offerto un salvacondotto a comportamenti storti.


I compari e la Triarchia - Il sistema dell'emergenza di GIUSEPPE D'AVANZO

Deflagra lo scandalo della Protezione civile e Silvio Berlusconi urla ai magistrati "Vergognatevi!" e, in fretta, corre a nascondersi per sette giorni tra le quinte. Si defila. Sta alla larga, muto come un pesce. Ben protetto, attende gli eventi e ora che il fondo "gelatinoso" - familistico, combriccolare, spregiudicato, avidissimo - è in piena luce, il premier avverte il pericolo, come un fiato caldo sul collo. Può scoppiargli tra le mani, quest'affare. Prova a uscire dall'angolo. Rinuncia a trasformare in un soggetto di diritto privato, in una società per azioni, le "funzioni strumentali" della Protezione civile. Abbandona la pretesa di garantire l'impunità amministrativa a chi la governa. Accantona l'idea di imporre al Parlamento un altro voto di fiducia. Si accorge che quei passi indietro non sono sufficienti. Non lo proteggono abbastanza da quel che si scorge nel pozzo nero dove si sono infilati molti dei suoi fedelissimi, addirittura il coordinatore amatissimo del suo partito. Si decide a una proposta che, fiorita sulla sua bocca, appare avventurosa (continua)

Giuseppe D’Avanzo (La Repubblica - 19 febbraio 2010)



Nicolò Placido Branciforti: Principe fondatore di Leonforte (1593-1661)

La cura dell'uva


Voi adesso vorrete sapere se io faccio la cura dell'uva, come la faccio, quando la faccio e se non la faccio che cura fo. Ebbene, sì, la faccio. E con questo? Faccio anche la cura dei fichi, se volete saperlo. Io bado molto alla salute e non c'è cura che mi lasci sfuggire.
D'inverno fo la cura dei datteri, delle mele, fichi secchi, noci, arance. A primavera faccio la cura delle fragole; poi quella delle ciliegie, che anche mi fa molto bene. D'estate mi curo con le pesche, le albicocche, le susine. Faccio anche la cura dell'anguria, o cocomero, e ne risento notevoli benefici. Un mio amico, salutista accanito, la praticava in un modo eccessivo: mangiava tre o quattro angurie la mattina appena alzato.
Ma anche nelle cure non bisogna esagerare. Gli fecero male (continua)

Achille Campanile

Rock Cafè Jeans

Il derivato bipartisan e la madre di tutti i falsi contabili


Immaginate di avere un mutuo di 100 mila euro a 20 anni sulla vostra casa e pagate il 4% di tasso. Si presenta da voi un banchiere internazionale e vi propone di darvi 20 mila euro subito, che potete spendere come vi pare. In cambio alzerà il tasso del vostro mutuo al 5%. Mentre tutti i vostri vicini continueranno a pagare il 4% e magari, se i tassi sono bassi, potranno passare dal tasso fisso al tasso variabile voi continuerete a pagare il 5% ed i 20 mila euro li avrete già spesi. È questo, grosso modo, che ha fatto la Grecia con la banca d’affari Goldman Sachs ed è questo che sembra avere fatto l’Italia con JP Morgan.
Il New York Times che ha riportato la notizia che, grazie ai derivati, dal 1996 l’Italia avrebbe truccato i conti non ha trovato né conferma né smentita dal nostro governo. In realtà sul Fatto Quotidiano del 19 dicembre 2009 avevamo segnalato la stranezza del fenomeno che si osservava intorno al debito pubblico italiano: i tassi di interesse scendevano, ma lo Stato continuava a pagare sempre lo stesso tasso sullo stock di debito. Ci eravamo chiesti se tale anomalia non fosse data dall’uso della "finanza creativa" per far rientrare il nostro paese nei parametri europei, taroccando di fatto i conti con l’aiuto di qualche banchiere compiacente e ben pagato (continua)

Superbonus (da il Fatto Quotidiano del 20 febbraio 2010)


MARLOOK

I giochi di carte


I giochi di carte sono, naturalmente, tanti che non possiamo qui ricordarli tutti. I tre più diffusi sono:

Il tresette. Si gioca con dieci carte a testa. Durante la partita si può dire “Busso”, “Striscio”, “Volo”, o “Brucio” se il vostro compagno vi fa cadere la sigaretta sulla coscia. E’ proibito dire frasi come “Ho sette bastoni” o “Sono nella merda”.

La briscola. Gioco molto semplice. L’avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. E’ opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po’ di saliva. Le carte prendono la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un’impastatrice. Quando la carta è abbastanza vecchia, diventa molto dura e pesante, e se non siete allenati è opportuno giocare con guanti da elettricista.

Il poker. Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo (continua)


Stefano Benni

"GENIO ESPRESSO"



Il "caro" leader


"
Caro leader, ti stai moltiplicando. Sei presente ovunque, nelle didascalie dei giornali, nelle auto celebrazioni dei congressi di partito, nelle presentazioni di giornalisti ansiosi di servire. Non sei Giulio Cesare, o più modestamente Pompeo Magno, reduce dai trionfi tributati nell'antica Roma. Non hai bisogno di grandi conquiste o di risultati almeno modesti per essere un "vero" leader, un "caro" leader, un "grande" leader. Sei e basta. Incoronato dalle lingue e non dalle baionette. Ti è sufficiente l'autocertificazione per diventare leader e il silenzio assenso dei cittadini. La parola "leader" secondo il dizionario significa "capo riconosciuto", nel tuo caso non ti ha riconosciuto nessuno, rimane la parola "capo". Ma capo di che? Se penso a un Casini, un De Luca o un Chiamparino la risposta è immediata. Sono "glandi" leader.
Leader vuol dire decidere. Prendere decisioni per sé ......" (continua)

Beppe Grillo

Sambuca di Sicilia

L’AMERICA SECONDO GIOBBE COVATTA


Io non sono mai stato in America: la conosco solo attraverso la televisione, ma mi è sufficiente.
Già dal titolo dei telefilm si capisce che gli americani sono una razza a parte: loro hanno E.R. Medici in prima linea, noi abbiamo la dottoressa Giò, loro hanno Hill Street giorno e notte, noi Linda e il brigadiere.
Non c'è lotta! Il poliziotto americano si chiama Jo McAllan, e quando senti un titolo come Una 44 per Jo McAllan, subito pensi a una pistola micidiale. Il poliziotto italiano è diverso: si chiama Ciro Scapece, e quando senti un titolo come Una 44 per Ciro Scapece, subito pensi a un paio di scarpe troppo larghe.
Jo McAllan, dopo un inseguimento in cui ha distrutto quattrocento macchine e sessanta aerei e ha ammazzato quarantacinque mafiosi, ma non con la pistola, perchè aveva finito i colpi, ma a mozzichi sulle orecchie, finalmente torna a casa: una villetta bianca con finestre verdi dove un bambino di sei anni ha lasciato la bicicletta in giardino (continua)

Giobbe Covatta

martedì 16 febbraio 2010

Corto circuito

Non si vede la luce


Non è l’ennesima cloaca affaristico-politica di regime. Quella scoperchiata dai magistrati di Firenze è la cloaca più vomitevole dell’intera storia repubblicana. Ci racconta l’osceno fescennino di avvoltoi che inneggiano al terremoto pregustando i vagoni di euro che lucreranno con gli appalti di una "Protezione civile" corriva e incontrollata, mentre sotto le macerie centinaia di nostri concittadini (Nostri, perché questo governo non ha patria né legge) soffrono l’agonia dei sepolti vivi, e altre migliaia piangono i loro morti, e in milioni seguiamo commossi la vita stremata del bimbo e del vecchio che viene sottratta in extremis alla tomba di calcestruzzo (di sabbia!), salvata dall’eroismo di volontari e di pompieri che non possono immaginare come in quello stesso istante, in una danza macabra che calpesta ogni residuo di decenza e di umanità, qualcuno dei "lor signori" di regime stia sghignazzando a baldracche e champagne sul dolore concluso dei morti e sulla commozione e l’eroismo dei vivi. Che schifo (continua)

Politica&Palazzo | Paolo Flores D'Arcais Da il Fatto Quotidiano del 14 febbraio

Barcellona 2009

La magistratura sotto ricatto


La cassaforte di Ciancimino - Perché i giornali di Berlusconi hanno ritirato fuori la storia della D'Addario che sembrava morta a sepolta? Non avevano niente di meglio da fare? Siamo sicuri che Berlusconi gradisca che si riparli delle sue avventure con una prostituta?
Che fine ha fatto il processo breve? E che ne è del legittimo impedimento? E quale sarà la prossima mossa, visto che ci hanno detto che il legittimo impedimento è soltanto un ponte di un anno e mezzo in vista di qualcosa di più sostanzioso e di ancora più definitivo? Questa roba che è venuta fuori negli ultimi giorni di una legge contro i pentiti, anzi contro i pentiti e contro i testimoni cos’è? Perché l’hanno annunciato e poi l’hanno smentita? Cosa sta succedendo? Oggi arrivano e lo troverete su qualche giornale domani, a cominciare da Il Fatto naturalmente, l’ultima fase delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino al processo di Palermo, Ciancimino sta parlando al processo che riguarda la trattativa tra Stato e mafia, quello a carica del Giornale Mori e del Capitano Colonnello Mauro Obinu, imputati di favoreggiamento alla mafia per non avere, secondo l’accusa arrestato Provenzano a Mezzojuso nel 1995, aspettando poi che fosse la polizia a arrestarlo nel 2006 (continua)

Marco Travaglio (Passaparola dell'8.02.2010)


lunedì 15 febbraio 2010

Barcellona 2009

Il vero sapere porta al giusto agire.


Ho già accennato al fatto che Socrate riteneva di avere dentro di sé una «voce», uno «spirito divino e demoniaco» e che questa «coscienza» gli diceva che cosa fosse giusto. Chi sa ciò che è bene farà anche il bene, affermava. Secondo lui il vero sapere porta al giusto agire. E solo chi agisce in modo giusto diventa «un uomo giusto». Quando ci comportiamo in modo sbagliato, è perché non sappiamo. Per questo è così importante accrescere la nostra conoscenza. Socrate era occupato a trovare definizioni chiare e universali su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato. Al contrario dei sofisti, riteneva infatti che la capacità di distinguere tra quello che è giusto e quello che è sbagliato si trovi nella ragione, e non nella società.
Forse stai pensando che l'ultima parte non sia molto facile da mandare giù, Sofia. Riproviamo: per Socrate è impossibile essere felici se si agisce contro le proprie convinzioni. E chi sa come diventare un uomo felice cerca anche di diventarlo. Per questo chi sa che cosa è giusto agisce anche in modo giusto. Nessun essere umano desidera essere infelice, no?
Che ne pensi, Sofia? Saresti capace di vivere felicemente se continuassi a fare cose che dentro di te sai essere non giuste?
Ci sono molte persone che continuano a rubare, a mentire, a parlar male degli altri. Anche loro sanno che non è giusto, o perlomeno che è scorretto. Ma tu credi che questo li renda felici? Socrate non ci credeva (continua)

Jostein Gaarder (Il mondo di Sofia - Longanesi)

Barcellona 2009

Passaparola: I Bertoladri


Bertolaso: lo scandalo annunciato
- So che molti quando hanno letto le prime notizie dell’indagine, la sua iscrizione nel registro degli indagati, gli arresti dei suoi collaboratori hanno sgranato gli occhi e hanno detto: possibile mai, uno come Bertolaso...
chi segue questa rubrica forse si ricorderà che ne abbiamo parlato spesso di questo signore, abbiamo parlato spesso qui a Passaparola, a Annozero, personalmente che ho scritto diverse volte nelle mie collaborazioni e vi assicuro che non ci voleva Sherlock Holmes per capire chi è Bertolaso, chi sono i suoi collaboratori e cosa stavano facendo, non credo di essere particolarmente sagace o acuto, ma appena è nato Il Fatto sono venuti a trovarmi dei funzionari, dei dirigenti, dipendenti dei sindacalisti della protezione civile a raccontarmi per esempio quello che tutti scoprono oggi, cioè che la protezione civile stava per diventare una Spa, si dice “privatizzazione” non era il problema tanto della privatizzazione, la protezione civile è già privatizzata, è già data nelle mani di questa combriccola di delinquenti, qualcuno dirà: sei un giustizialista, usi la parola “delinquenti” non sono stati ancora rinviati a giudizio, sono loro che nelle telefonate si autodefiniscono delinquenti e quindi fidiamoci di loro, non c’è bisogno di aspettare una sentenza di cassazione, se lo dicono loro di essere delinquenti, vuole dire che si sono riconosciuti, hanno una notevole competenza di sé stessi.Nelle loro conversazioni si definiscono un panda di ladri, tant’è che quando uno di questi ladri riceveva un po’ meno degli altri ladri, nella spartizione del bottino sapete bisogna essere equi, altrimenti poi uno dei ladri si incazza, questo si incazzava e diceva, vi conosco, lo so come avete fatto, perché anche io faccio la stessa cosa o vorrei fare la stessa cosa, vi mando tutti i carcerati, così diceva, quindi quando si parla delle questioni, stiamo attenti a non farci infinocchiare da questo ricatto morale della presunzione di innocenza che poi non esiste, si chiama in realtà la presunzione di non colpevolezza che è una cosa un po’ diversa e sei presunto non colpevole, non presunto innocente quando ci sono delle accuse nei tuoi confronti e è un fatto tecnico - giuridico che è sacrosanto, nessuno può essere condannato per la legge responsabile di un reato e quindi punito per esso, fino a sentenza di condanna definitiva, quando però uno mi viene a dire “sono un ladro” anche se non l’hanno ancora condannato definitivamente, lo tengo presente e quando questi dicevano di essere dei ladri, parlando tra di loro, senza sapere di essere intercettati, la loro testimonianza assume ancora maggiore rilievo, proprio perché non stavano fornendo una versione di comodo a qualcuno, stavano parlando quotidianamente delle loro attività (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 15 febbraio 2010)

Barcellona 2009

Il bacio


Strada solitaria, di sera. Arriva lentamente una coppia di innamorati che passeggiano. Si fermano.

Lui: Che sera d’incanto, che luna e che silenzio, in questa strada solitaria!
(fa per abbracciarla).

Lei: Non approfittarne. Potrebbe passare gente.

Lui: Non c’è nessuno. Un solo bacio, ti supplico. Uno di quei lunghi baci durante i quali le anime si fondono in un unico sospiro e quasi si desidera morire, lentamente, dolcemente, in una estasi di felicità. (l’abbraccia)

I due uniscono le loro bocche in un lungo bacio. Una breve pausa, durante la quale, mentre i due restano con le bocche unite nel lungo bacio, la luce diventa violetta e comincia un sottofondo musicale suggestivo: per esempio il Valzer lento di Moskowky; e contemporaneamente s’odono i pensieri dei due che le loro voci registrate dicono con altoparlante, acciocché non si confondano i discorsi. Naturalmente, s’immagina che nessuno dei due oda i pensieri dell’altro (continua)

Achille Campanile

Barcellona 2009

IL CROMOSOMA TURBOCINNO


Valentino Rossi, non nasce solo dal puro talento o dall’escalation tecnica, ma dall’ordine cosmico dell’universo, essendo egli la moderna mutazione genetica del turbocinno da bar.
Tanti anni fa chiamavasi turbocinno da bar, nei paesi e nelle periferie, un ragazzo dai sei ai sedici anni, di poco peso e molti brufoli, con le seguenti caratteristiche:
a. tendenza a passare su un motorino il novanta per cento del suo tempo.
b. tendenza a pistolare, ovverossia truccare, ovverossia maggiorare le prestazioni di detto motorino, con ogni mezzo illegale, impensabile, inesplorato, inconcepibile alle leggi della cinetica e della fisica.
c. tendenza a passare col cosidetto motorino avanti, indietro e a volte dentro al bar, nel modo più veloce, rumoroso e fastidioso possibile, possibilmente nelle ore notturne o di siesta.
Cosa portava il turbocinno alla sua vocazione di rompiballe, ai suoi micidiali arabeschi di sgasate e sgommate? Un insieme ribaldo di asinaggine infantile, esibizionismo, solitudine, libertà. Ma soprattutto il triste presentimento che ben presto il suo mondo nomade sarebbe diventato ingorgo, isteria, massacri autostradali, spot patinati e guerre petrolifere. Ricordo qui cinque famosi turbocinni del passato, giurando che il racconto è per metà veritiero (continua)

Stefano Benni (dicembre 2003)


Barcellona 2009

In occasione d'una importante scadenza elettorale Indro Montanelli ebbe a dire che occorreva turarsi il naso e optare per il meno peggio.


Riflessioni sulle modalità di lotta politica oggi:

"Riguardo al Berlusconismo Indro Montanelli disse che si trattava di un virus che in qualche modo il paese doveva inalare per provare la malattia e generarne gli anticorpi. In occasione d'una importante scadenza elettorale ebbe a dire pure che occorreva turarsi il naso e optare per il meno peggio.

Le argute considerazioni trascuravano però un fatto importante e cioè che non sempre il trascorrere del tempo gioca a favore.

Dalle malattie non sempre si esce perfettamente guariti e l'individuo non può resistere a lungo in apnea. L'ossigeno è indispensabile. La necessità di respirare scongiura l'asfissia e ritornando a respirare d'impeto poi non si bada tanto alla qualità dell'aria.

L'olfatto si assuefà velocemente agli odori degli ambienti e, a prescindere che questi siano impregnati da gradevoli profumi o da nauseabonde esalazioni causate dalle crescenti defecazioni di pseudo-politicanti che magari si credono statisti, praticamente ci rende indifferenti."

ESSEC


Barcellona 2009

Il NO al legittimo impedimento


Testo della dichiarazione di voto dell'Italia dei Valori sul "legittimo impedimento":

Sig. Presidente del Consiglio, oggi Lei e la sua maggioranza vi accingete ad approvare una leggina con cui stabilite che Lei e si suoi Ministri – per il semplice fatto che ricoprite tali cariche – potete decidere a vostro piacimento di non recarvi in Tribunale se un giudice penale vi chiama a rendere conto del vostro operato.

Si vergogni, sig. Presidente del Consiglio, per la Sua ennesima scelta immorale ed anticostituzionale!

Solo in un Paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un Presidente del Consiglio, poiché egli stesso è sotto processo, si fa fare una legge apposita per non farsi processare.

Ma che dico: si fa fare decine e decine di leggi a seconda del bisogno, raggirando di volta in volta la Costituzione italiana e la buona fede degli elettori.

E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine e lei, Presidente del Consiglio, rappresenta il peggior Capo del Governo che la storia repubblicana italiana possa ricordare.

Lei è peggio del suo sodale di un tempo, quel Bettino Craxi - che da Capo del Governo pure Lui – prima le ha venduto a suon di miliardi di lire il sistema televisivo italiano e poi, macchiatosi di gravi reati (come Lei, d’altronde), ha avuto – lui - almeno la vergogna di darsi alla latitanza.

Lei, invece, no. Lei è qui. Lei ha trovato una soluzione ancora più spudorata (continua)


Barcellona 2009

La vergogna di dirsi berlusconiani


Con Berlusconi si manifesta un singolare fenomeno, già noto ai tempi della Democrazia cristiana. Negli anni Sessanta e Settanta erano rarissimi quelli che ammettevano di votare Dc. Ma il partito del "Biancofiore, simbol d’amore" prendeva regolarmente, a ogni elezione, il 30 per cento dei suffragi. Evidentemente chi lo votava se ne vergognava.
Così è con Berlusconi. Nei bar, nelle palestre, in piscina, ai bagni o in qualsiasi altro ritrovo pubblico che raccolga un po’ di gente, nessuno, anche quando il discorso cade sul politico, dice di votare Berlusconi.
E anche fra i giornalisti, a meno che non siano i giannizzeri del Giornale, di Libero, di Panorama, e pure qui non sempre, nessuno ti dice apertamente che sta con Berlusconi. Un poco se ne vergognano, anche loro.
Ma i berluscones si smascherano in modo indiretto (continua)

Massimo Fini (da il Fatto Quotidiano dell'11 febbraio 2010)

Barcellona 2009

Le preferite di B. incrinano il Pdl: "Basta con le veline in lista"


Irritati. Ma non certo sorpresi. Si riparla ancora di “veline” nelle liste elettorali, di posti che il Cavaliere terrebbe per sé in ciascuna regione per candidare, casomai all’ultimo tuffo, la bella tenebrosa di turno o l’Angelina Jolie del Tavoliere.
E dentro il Pdl, stavolta, c’è maretta. Che rischia anche di ripercuotersi sugli assetti stessi del partito. L’altra volta, alle Europee, ci pensò Veronica Lario a stoppare i bollori da prodigo monarca elettorale del marito; in un battito d’ali le "veline" furono spazzate via.
Ora, però, son tornate. E la base del Pdl non ci sta. Se la ricordano davvero tutti quel "meno male che è intervenuta Veronica", una battuta del ministro La Russa sussurrata ad alcuni amici dopo la "ripulitura" delle liste di giugno.
Stavolta, però, Veronica non c’è (continua)

Sara Nicoli Politica&Palazzo | Il Fatto Quotidiano del 31 gennaio 2010


Barcellona 2009

Il frequentatore di tribunali


MILANO - «Berlusconi vorrebbe andare in tribunale sempre - ha detto il Guardasigilli ospite di Lucia Annunziata in tv alla trasmissione In mezz'ora - ma il tribunale è un luogo dove si studiano i processi e dove ci si difende dalle accuse studiando le carte. Lui avrebbe studiato i faldoni e sottratto tempo al governo». «Ecco dunque il perché di un provvedimento che interrompe i processi del premier. Ma Berlusconi -ha assicurato Alfano - non si sottrarrà ai processi: quando avrà finito di governare si farà processare dai tribunali italiani».

Uhm, mi pare di capire, in questo ragionamento (purtroppo l'articolo non dice se Alfano rideva mentre diceva queste amenità):
0 - a SB, come la maggior parte degli italiani, piace frequentare i tribunali;
1 - se ti accusano di qualcosa tu devi pur capire di cosa si tratti (continua)

Le formiche elettriche

Barcellona 2009

Dopo trent’anni: “Ci rivediamo?”


A chi non è mai capitato di partecipare a “rimpatriate” tra vecchi amici di scuola?

Basta essere iscritti ad un “social network” per ricevere il fatidico invito da parte del compagno di banco o del complice di “marinata” che non vedevamo da quasi trent’anni. Così, ci si rivede in tre o quattro, a volte anche di più, per passare una serata insieme.

Ma la moda del “vintage” che ha contagiato gli ultra-quarantenni di oggi non si può applicare anche alle persone. Bastano pochi minuti per rendersi conto che quell’ex-ragazzo che con te giocava a ping pong o studiava italiano, adesso è diventato un illustre sconosciuto: uno di cui non sai niente.

Ed i racconti di una vita, condensati in poche ore, non fanno che acuire questa sensazione: “Ma come proprio tu hai fatto questo?”. Naturalmente, anche gli altri provano le nostre stesse emozioni, anche se difficilmente ce ne rendiamo conto, impegnati come siamo a riflettere sulla nostra vita passata ed a rivederla in rapidi flashback. L'esito di questi incontri rimane aperto ed imprevedibile: ci rivedremo ancora? Ci terremo in contatto?

L’argomento è stato oggetto di numerose descrizioni artistiche. Al cinema cominciò Laurence Kasdan col mitico Il Grande Freddo e, in Italia, il filone è stato seguito da Gabriele Salvatores con Marrakech Express e da Carlo Verdone con Compagni di Scuola . Ma la descrizione più autentica, vera e “mediterranea” si trova in un libro di Gianrico Carofiglio: Né qui, né altrove – Una notte a Bari. Sembra di essere là.


(di Angelo) -
L'Angolino - venerdì 12 febbraio 2010

Barcellona 2009

Letterina a Babbo Natale di Luciana Littizzetto


Caro Babbo Natale, io vorrei che quest'anno per Natale tutti diventassero più buoni e io più figa. Se ti avanza tempo vorrei anche che facessi diventare un po' più furbo il mio fidanzato ma se pensi che anche per te, che sei Babbo, esaudir quest'ultimo desiderio sia proprio una mission impossibol, buttami pure giù dalla canna fumaria un attaccante giovane di 25 anni che mi accontento: uno tipo Tacchinardi va già bene.
Se per caso, Babbone caro, nel tuo lungo andare lassù sulle montagne, tra boschi e valli d'or, ti capita di incrociare ad un autogrill i re Magi, avvertili che sto aspettando anche loro, e mi raccomando: avvisa la stella cometa che siccome piazza Statuto è sempre un carnaio, indichi pure il cammino da via San Donato, quella strada stretta e intasata, dove i pullman sono costretti a viaggiare sui muri come fanno i gechi (continua)

Luciana Littizzetto

Barcellona 2009

Passaparola: Tronchetti Dov'Era?


Gli spioni Telecom
- Intanto ci sono altre notizie interessanti: per esempio, vi ricordate Tronchetti Provera? L’avevamo ribattezzato Tronchetti Dov’era, perché mentre i suoi uomini della security spiavano a destra e a sinistra e raccoglievano migliaia di dossier lui non c’entrava, lui non sapeva.
Personalmente è stato assolto nel processo per lo spionaggio illegale della security Telecom, che per altro lui aveva ingaggiato e stipendiava lautamente, da Tavaroli agli altri, ma adesso chi di voi legge Il Fatto Quotidiano ha qualche elemento di conoscenza in più, perché ieri Peter Gomez ha intervistato l’investigatore Cipriani, che portava i dossiers su commissione a Tavaroli e lì si dicono cose molto interessanti sui dossier, a proposito di Cesa, a proposito di Aldo Brancher, una delle eminenze grigie di Forza Italia, molto legato anche alla Lega Nord e sui DS, con il famoso Fondo Quercia, che ha dato origine a tante polemiche e a tante denunce e soprattutto minacce di denunce da parte di D’Alema (continua)

Marco Travaglio (Passaparola dell' 1.02.2010)


Barcellona 2009

Le campagne del Cavaliere contro la stampa di GIUSEPPE D'AVANZO


Indifferente al significato dell'impegno internazionale che lo attende da oggi in Israele, Berlusconi riesce a parlare, in un colloquio con Haaretz, delle sue personali contrarietà domestiche ficcandole senza imbarazzo tra la politica di colonizzazione dei territori arabi, le relazioni diplomatiche tra Tel Aviv e Damasco, il minaccioso programma nucleare di Teheran. Prigioniero di se stesso, l'Eletto non può concepire agenda nazionale e internazionale che non preveda la glorificazione della sua azione di governo, l'autoelogio, un'incontrollata quantità di menzogna politica. Come un bambino capriccioso che sorride, piagnucola e ringhia se non lo si coccola come desidera, Berlusconi chiede all'appuntamento internazionale l'applauso che gli assicuri un qualche restyling della sua compromessa credibilità di "uomo di Stato". Vaste programme, che lo costringe a parlare di se stesso anche in quest'occasione.

Lo fa nel solito modo: "Sono stato vittima per molti mesi di una campagna di stampa che è stata probabilmente la più aggressiva e calunniosa di quante ne siano mai state condotte contro un capo di governo. Ho subito aggressioni politiche, mediatiche, giudiziarie, patrimoniali e anche fisiche".
Sono parole sventurate per più ragioni (continua)

Giuseppe D'Avanzo (La repubblica - 1 febbraio 2010)

Barcellona 2009

La mia sfida ai cinque tabù della Rai, intervista di Andrea Scanzi, il manifesto, 3 marzo 2003


Il suo ultimo spettacolo, Adenoidi, è ovunque sold out. La clandestinità teatrale rafforza il legame fisico-affettivo tra artista e spettatore. In tv, Luttazzi non ci può andare. “Ed è un peccato. La tv offre possibilità tecniche che il teatro non ha.” Paga ancora le polemiche di Satyricon. Berlusconi non ha risposto. Ha querelato.

Lui, Forza Italia, Fininvest, Mediaset e Cremonini ( il boss della carne ) mi chiedono più o meno 160 miliardi di lire. Non ce li ho. Non faccio l'idraulico. L'anno scorso Berlusconi ha imposto l'esclusione dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi.

Un dirigente Rai mi ha spiegato che esistono cinque temi tabù su cui non si può ironizzare liberamente come piace a me: la religione, il capo dello Stato, gli handicap fisici, le razze diverse e l'omosessualità. L'ho ringraziato. La prossima volta che torno in tv, in diretta, la prima battuta che dirò sarà: “ Cristo d'un Dio!, dice Ciampi, quello zoppo di un negro è una checca! “

Qualcuno ti chiede ancora se esiste la censura in Italia.

Io ne sono una prova (continua)


Andrea Scalzi
(Il Manifesto, 3 marzo 2003)


Barcellona 2009

La verità sul Berlusca raccontata dal suo ex avvocato


«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».

Carlo Taormina, 70 anni, è stato uno dei legali di punta del Cavaliere fino al 2008, quando ha mollato il premier e il suo giro – uscendo anche dal Parlamento – a seguito di quella che lui ora chiama «una crisi morale». Ormai libero da vincoli politici, in questa intervista a Piovonorane dice quello che pensa e che sa su Berlusconi e le sue leggi.

Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché? (continua)

Alessandro Gilioli (L'Espresso - Blog d'autore: Piovono Rane - Scritto venerdì, 29 gennaio, 2010)