giovedì 10 settembre 2009

STORIA DEL RAGAZZINO CATTIVO.


C'era una volta un ragazzino cattivo che si chiamava Jim, anche se, quando ci fate caso, vi accorgerete che i ragazzini cattivi dei vostri libri della scuola domenicale si chiamano quasi sempre Jim, Giacomino. Era strano, però è proprio vero che questo qui si chiamava Jim. E non aveva nemmeno la mamma malata... una mamma malata che era devota e aveva la tisi e sarebbe stata felice di giacere nella tomba e di avere pace, se non fosse stato per il grande amore che aveva per il suo bambino e per la paura che il mondo fosse duro e freddo verso di lui, dopo che lei lo avesse lasciato. Quasi sempre, i ragazzini cattivi dei libri della domenica hanno delle mamme malate che insegnano loro a dire: "Buona notte, mio buon Gesù", e li addormentano cantando con voce dolce e lamentosa, e poi danno loro il bacio della buona notte, e poi si inginocchiano vicino al letto e piangono. Ma con questo tipo qui era tutto diverso. Si chiamava Jim, e sua madre non aveva proprio niente... né tisi, né niente del genere. Era una grassona e non era per niente devota; e poi, non stava in pena per Jim. Diceva che se si fosse rotto l'osso del collo non sarebbe stata una gran perdita. Lo mandava sempre a dormire con uno schiaffone e non gli dava mai il bacio della buona notte; al contrario, quando lui se ne andava, gli allungava uno scapaccione. Una volta, questo ragazzino cattivo rubò la chiave della dispensa e si infilò dentro e si pappò una certa marmellata e poi riempì il barattolo di catrame, perché la mamma non si accorgesse della differenza; ma all'improvviso una sensazione terribile NON si impadronì di lui e un non so che NON gli bisbigliò: "E' giusto che io disobbedisca alla mamma? Non è peccato far questo? Dove vanno i ragazzini cattivi che si ingozzano tutta la marmellata della loro buona mamma?", e allora NON si inginocchiò solo soletto, e NON promise di non essere mai più cattivo, e NON si rialzò con il cuore leggero e felice per andare a dire tutto alla mamma e a implorare il suo perdono e a riceverne la benedizione con lacrime di riconoscenza e di orgoglio negli occhi di lei. No, questa è l'usanza di tutti gli altri ragazzini cattivi dei libri; ma, strano a dirsi, con questo Jim andò in tutt'altro modo. Mangiò la marmellata e disse che era roba forte, con quel suo modo di esprimersi peccaminoso e volgare (continua)

Mark Twain (Racconti)

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