venerdì 4 settembre 2009

Il fante di spade


Quanto gli piaceva al picciliddro, il fante di spade! Se l’immaginava suo valoroso alleato
negli spaventosi combattimenti che ogni tanto ingaggiava contro i draghi. Una sera, dopo una fantasia guerresca durante la quale il fante di spade si era comportato più coraggiosamente del solito, il picciliddro pigliò la carta e la baciò. E di subito, strammàto, vide che il fante di spade gli sorrideva e gli parlava senza suono. “Tu mi hai baciato e hai vinto la magarìa che mi condannava ad essere solo figura. Ora basterà che esaudisca un tuo desiderio e sarò libero del tutto. Spesso vedo i tuoi occhi luccicare di lacrime. Confidati. Non hai bisogno d’aprire bocca, basta che tu pensi quello che hai da dirmi”. Prima di pìnsare la risposta il picciliddro taliò l’odioso zio che (continua)


Andrea Camilleri (Favole del tramonto - Edizioni dell’Altana, 2000)

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