lunedì 3 agosto 2009

REMBRANDT S.p.A.


Fu negli anni '60, come tutti ricordano, che i collezionisti d'arte misero da parte una volta per sempre ogni antiquato atteggiamento estetico. Di un artista contemporaneo non si chiedevano più che una cosa rigorosamente logica: rappresentava un affare solido, un investimento di sicuro avvenire? O costituiva un valore speculativo con garanzie di forte incremento nel futuro immediato? Esistevano solo due scuole di pittura moderna: 1) Aumento. 2) Rendita. Quanto alle opere degli antichi maestri, si abbandonò, naturalmente, l'irrazionale e pericoloso costume di esporle al pubblico. Man mano che i valori salivano alle stelle, i furti erano diventati spaventosamente frequenti nei musei. Non era neppure più sicuro andarsene in giro con un'acquaforte, nella 57a Strada. Dopo il colpo alla National Gallery, quando due distinti signori, che s'erano spacciati per storici dell'arte di Princeton, se ne andarono con due Giotto e un Tiziano, il governo chiuse la galleria, e ne seppellì il contenuto a Fort Knox. I collezionisti privati nascosero le loro tele in cantina, mettendo in mostra solo riproduzioni, o, come si usava dire, "dipinti educativi" (continua)

Fruttero e Lucentini (IL DIO DEL TRENTASEIESIMO PIANO. Storie del futuro prossimo - 1968 - Arnoldo Mondadori Editore)

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