venerdì 24 luglio 2009

Vittorino Andreoli "L'io e gli altri"


La psicoanalisi ha demolito, anche sul piano scientifico, l’idea razionalista di un io monolitico e separato dal mondo, non solo perché sotto le pulsioni che attraversano la nostra identità ha scoperto la traccia di una pluralità di elementi, ma anche perché ha posto, alla base della costruzione e della maturazione dell’io, il rapporto con gli altri.
Tutto ciò risulta ben chiaro dalla teoria e dalla pratica psicoanalitica. Freud ne L’interpretazione dei sogni concepisce l’Io come una costruzione. Il contenuto latente nel sogno non é qualcosa che sta lì, pronto ad aspettare che qualcuno lo scopra e lo riveli. L'interpretazione del sogno e il suo riflesso sulla psiche dell’individuo possono servire solo a un lavoro di costruzione e di scambio, che coinvolge tanto il paziente che l’analista. Non solo l’io può comprendere sé stesso soltanto attraverso gli altri, ma di più, in qualche misura, esiste esclusivamente attraverso gli altri. Già la riflessione sul nostro linguaggio esprime perfettamente questo paradosso: io non vedo me stesso che allo specchio, cioè riflesso in un’immagine. L’unico modo per indicare cosa sono io è parlarne, ma la parola "io" può essere determinata soprattutto in riferimento alla parola "tu" a cui si rivolge e non in sé stessa. L’io si determina e si costruisce in relazione al "tu". Non è un caso che alla base dei disturbi della personalità ci sia quasi sempre una difficoltà relazionale (continua)


Puntata registrata realizzata con gli studenti del Liceo Scientifico "Elio Vittorini"di Milano (25 gennaio 2000)



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