martedì 31 marzo 2009

Vereda del tango (Buenos Aires)

Aneddoti

Dopo aver assistito ad un concerto diretto da Claudio Abbado, Castro ha chiesto incuriosito al maestro come mai si fosse rivolto “con maggiore insistenza verso i suonatori di sinistra piuttosto che a quelli di destra”.

A un giornalista che le chiedeva un giudizio sui ministri del suo governo, Margaret Thatcher rispose: “Non m’importa quanto a lungo parlino: mi basta che facciano quello che dico io”.

“La gente non ha memoria” fu detto, un giorno, a Dumas Figlio. “Per fortuna!” rispose lo scrittore. “Se il mondo non dimenticasse, non gli resterebbe che finire, perché credo veramente che sarebbe già stato detto tutto”.

“Non bisogna confondere lo statista con il politico” affermò il presidente francese Pompidou. “Il primo è un politico che si pone al servizio del suo Paese. L’altro è uno statista che pone il Paese al suo servizio”.

Pioggia

E' la teorìa che determina ciò che osserviamo (Albert Einstein)

La questione è, contemporaneamente, più semplice e più complessa e per spiegare quello che intendo dire prenderò a prestito una famosa frase di Albert Einstein. La frase, se non ricordo male, suona più o meno così: è la teorìa che determina ciò che osserviamo. Cosa significa? Significa che se abbiamo una teoria, una teoria che ci piace, che ci soddisfa, che ci sembra buona, tendiamo ad esaminare i fatti attraverso quella teoria. Piuttosto che osservare obbiettivamente tutti i dati disponibili, cerchiamo solo conferme a quella teoria. La nostra stessa percezione è fortemente influenzata, determinata dalla teoria che abbiamo scelto. Appunto, come diceva Einstein, che parlava di scienza, la teoria determina ciò che riusciamo ad osservare. In altri termini: vediamo, sentiamo, percepiamo quello che conferma la nostra teoria e, semplicemente, tralasciamo tutto il resto (continua)

Gianrico Carofiglio (Testimone Inconsapevole - Ed. Sellerio)


Buenos Aires: Murales sull'edificio della Pubblica Istruzione

Scempio delle ville di Bagheria

La senia o noria oggi in disuso, era costituita da un sistema di secchielli inseriti in un nastro a catena che ruotavano con un congegno meccanico, a trazione animale (di solito asino o mulo) a mezzo di una manovella girata a mano per tirare dai pozzi l'acqua per l'irrigazione dei campi", leggo nel libro di Oreste Girgenti su Bagheria, il solo libro organico che racconti la storia della cittadina. Un uomo onesto questo Girgenti, meticoloso e molto amante della sua terra. Anche se si indovina, dietro le sue ricerche accurate, il terrore di offendere i notabili del paese, che siano sindaci, o prelati o nobili o "emeriti professori". Un libro accurato e rassicurante, di assoluto ossequio alle "autorità". Nel libro compare la data del 1985 ma immagino che si tratti di una ristampa perchè sembra uscito dai cassetti di uno studio dell'Ottocento. Anche le fotografie sembrano a cavallo del secolo, con il loro sobrio bianco e nero, e mostrano una Bagheria ormai inesistente (continua)

Dacia Maraini (Bagheria)

Ombre sul "Che"

IL PRINCIPE RIVOLUZIONARIO

"parla il cameriere"
Quando tiene i discorsi, è vero,
è rivoluzionario, lo ammetto:
ma quando non parla cambia aspetto,
diventa di tutt'altro umore.

È a casa che avviene il cambiamento:
povero me, se manco di rispetto!
o se nel dargli un foglio non lo metto
come vuole lui, nel vassoio d'argento!

Ti basti questo: quando va in campagna
a tenere le conferenze nei comizi
sua moglie la chiama: la compagna.

La compagna? Benissimo: ma allora
perché con le persone di servizio
continua a chiamarla: la mia signora?

Trilussa

Mercato delle pulci

E una madonna che sorride .....?

Pare che in Italia, solo nell'ultimo secolo, ci siano state ben quattrocento Madonne piangenti e non una, dico una, che sorride. Perchè mai tutto questo? Perchè la fede tende alla tragedia e rifugge dalla commedia. Oppure perchè è molto più difficile far ridere una statua che farla piangere. Questi fenomeni avvengono quasi sempre in provincia e nei periodi d'instabilità politica. Evidentemente i santi, dall'altro mondo, seguono con molta attenzione le vicende politiche riportate dai nostri quotidiani e dai telegiornali e, non potendo intervenire in diretta, si esprimono come possono, facendo cioè piangere le loro immagini terrestri. Lo scettico non è un uomo che non crede, ma semplicemente un individuo che mette in dubbio la realtà, giacchè per lui il "credere" e il "non credere" sono sullo stesso piano emotivo. I responsi scientifici (continua)

Luciano De Crescenzo (Il Caffè sospeso: saggezza quotidiana in piccoli sorsi - Mondadori)