venerdì 19 dicembre 2008

Vedere senza esser visti. Una superbia divina

Platone dice che “se uno, con la parte migliore del suo occhio (la pupilla) guarda la parte migliore dell’occhio dell’altro, vede se stesso”. Questo riconoscimento, reso possibile dal reciproco incontro degli sguardi, oggi è in qualche modo impedito dall’uso sempre più diffuso degli occhiali da sole, grazie ai quali, chi li porta può vedere senza essere visto (continua)

Umberto Galimberti ("La Repubblica" del 30 aprile 2006)

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