martedì 6 novembre 2007

Scritti sempreverdi

E. «L'Egoismo un giorno inventò il Mercato, ovvero un meccanismo spietato nel quale l'uomo, per raggiungere la vetta, è costretto a salire sulle spalle degli altri. Chi vuol sopravvivere in questo tipo di società deve aguzzare l'ingegno e non avere scrupoli. Così facendo, diventerà ricco e, senza volerlo, finirà col far diventare ricca anche la "Polis". Pazienza se nella lotta cadranno i più deboli: il Mercato non è fatto per loro. Che si arrangino altrove!»
D. «E questa sarebbe la Destra. Detta così, non mi sembra un gran cosa!»
E. «E difatti non lo è. Dal polo opposto, però, si affaccia Eros, il Dio dell'Amore e della Solidarietà. Eros assiste i deboli e fa in modo che tutti abbiano il necessario per vivere. Sarà lo Stato, come una grande Mamma, a garantire uno stipendio in ogni famiglia. In un mondo siffatto l'uomo comune, in assenza d'incentivi, si adagia, diventa un parassita, e fa diventare povera anche la "Polis".»
D. «Oddio, nemmeno la Sinistra mi sembra che ne esca bene. A sentire te, nessuno dei due modelli risolve i problemi di una comunità.»
E. «Tutti e due insieme sì, però, sempre che siano opportunamente sorretti dal "Logos". Sarà il "Logos", infatti, ora moderando la Destra, ora incentivando la Sinistra, ad aggiustare il tiro.»
D. «A questo punto è d'obbligo una domanda: Eraclito è di Destra o di Sinistra?»
E. «Parlo, parlo, e tu non mi senti. Continui a essere qui e altrove. Il tuo problema, giovane amico, è quello di catalogarmi, e nella tua rozzezza non possiedi altri elementi di giudizio per orientarti, se non la suddivisione del mondo in Destra e Sinistra.»
D. «Ma perché: cosa ho detto di male?»
E. «Beh, se mi chiedi a quale partito io appartenga, vuol dire che non hai capito nulla di quello che ti ho detto. Appartenere a un partito equivale ad avere una fede, e io ho solo fede nel fatto di non avere una fede. La mia risposta, quindi, non può essere che questa: sono di Destra e di Sinistra contemporaneamente, giacché la Destra non esisterebbe senza la Sinistra e la Sinistra non avrebbe ragione d'essere senza la Destra. Così come le vedo io, la Sinistra crea la Destra nel medesimo tempo in cui la Destra crea la Sinistra, ma per ottenere la vera armonia è necessario che ci siano entrambe.»
D. «Ho capito: è come quando ci si fa la doccia.»
E. «Che cos'è la doccia?»
D. «E' un dispositivo idraulico per lavarsi: ha due manopole, una per l'acqua calda e una per l'acqua fredda. Manovrando, ora l'una ora l'altra, è possibile ottenere la giusta temperatura. Il problema piuttosto è un altro: chi deve manovrare le manopole?»
E. «Il Manovratore.»
D. «E non vorresti essere tu il Manovratore?»
E. «Io non sono il "Logos", e poi non ho stima dei politici. Li considero esseri inferiori: troppo sensibili alle lusinghe del Potere, del mordi e fuggi, del prendi adesso che domani è già tardi. Quale differenza con i filosofi, che hanno scelto di riferirsi alla morte!»
D. «Ma che cos'è il Potere?»
E. «E' uno di quei desideri, per il quale l'uomo è disposto a tutto, anche a pagare con l'anima. Quand'ero giovane, sono stato oplita, ho combattuto contro i Persiani. Ricordo che nella nostra falange c'era un certo Erasto che provava un vero e proprio godimento nel maltrattare i propri sottoposti. Non era un generale (comandava sì e no cinque uomini), eppure li faceva vivere in un clima di continuo terrore...»
D. «...noi uno così lo chiamiamo "caporale".»
E. «Ebbene, sai che ti dico? Che nella vita, o si è uomini o si è caporali!»
D. «Questo lo diceva anche Totò.»
E. «Un altro filosofo?»
D. «Beh, sì, in un certo senso...»
E. «Insomma, come esiste una libidine del sesso, così esiste una libidine del Potere, solo che quest'ultima è di gran lunga più forte. Ad Atene, molti anni fa, Solone, proprio per evitare che la voglia del Potere potesse impadronirsi dei politici, al posto delle elezioni introdusse il sorteggio. L'idea, a mio avviso, era giusta: che anche gli Dei si prendano le loro responsabilità nella scelta degli arconti!»
D. «Raccontami di Solone: come organizzò la Costituzione degli Ateniesi?»
E. «Divise i cittadini, in base al censo, in quattro classi distinte: i pentacosiomedimni, i cavalieri, gli zeugiti e i teti. Come a dire i ricchi, i quasi-ricchi, i quasi-poveri e i poveri. Ciascuna tribù era tenuta a proporre dieci nominativi, ed era tra questi ultimi che avveniva il sorteggio.»
E. «Si scrivevano i nomi dei candidati sulle fave e si facevano estrarre da un fanciullo bendato i nove uomini che avrebbero dovuto governare la "Polis".»
D. «E come andò a finire?»
E. «A essere sinceri, non benissimo: Solone, una volta consegnata la Costituzione, se ne andò in Egitto, e gli Ateniesi più ricchi ne approfittarono per cambiarla a proprio uso e consumo. I poveri furono subito estromessi dai sorteggi e le altre classi crearono tre gruppi di Potere...»
D. «Come dire, Destra, Centro e Sinistra?»
E. «Proprio così. La Destra era comandata da un certo Licurgo, un politico molto potente che aveva dalla sua gli uomini più facoltosi di Atene. Il Centro, invece, scelse come capo Megacle, e la Sinistra, cioè il partito dei quasi-poveri, Pisistrato.»
D. «Quindi alla fine comandò Licurgo?»
E. «No, perché nel frattempo Pisistrato si sposò con la figlia di Megacle e, una volta diventati parenti, i due si allearono e fecero fuori Licurgo.»
Luciano De Crescenzo (Tratto da: Panta Rei - Ed. Mondadori - Nov. 1994)

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